Settimana strana, questa. Anzi, settimane strane, al plurale. Arrivo al week end stanca - e quando mai? Piena di pensieri. Divisa tra speranze e paure, soddisfazioni e incertezze.
Arrivo al week end dopo aver sperimentato, rimuginato, sofferto, brigato, tentato. Con un sacco di cose da fare, as usual. Con la prospettiva di due ultime settimane di ottobre che saranno fitte, incasinate e faticose quanto le prime due. Con molte riflessioni e tanto su cui meditare.
Ma io non ho userò scarpette rosse. per tornare indietro. Io vado avanti. Spaventata, tanto. Emozionata, tanto. Ma cerco, ci provo, mi sforzo di andare avanti. E fanculizzare le crisi di panico improvvise che qualche volta arrivano.
E da allora si comincerà col rock'n'roll.
Per salutarvi e augurarvi buon week end, vi segnalo un link, che riporta un intervento di Neil Gaiman (inchino. Ed ecco il motivo per cui tutte le immagini di questo post riguardano lui). Vi cito in particolare questo brano, che ha evidenziato la mia amica nonché NeoBetaMartire Elena, sulla cui bacheca ho pescato l'articolo:
And the second thing fiction does is to build empathy. When you watch TV or see a film, you are looking at things happening to other people. Prose fiction is something you build up from 26 letters and a handful of punctuation marks, and you, and you alone, using your imagination, create a world and people it and look out through other eyes. You get to feel things, visit places and worlds you would never otherwise know. You learn that everyone else out there is a me, as well. You're being someone else, and when you return to your own world, you're going to be slightly changed.Continuiamo a sognare storie. Continuiamo a vivere vite, soffrire tormenti e gioire di trionfo. Continuiamo a scrivere e leggere, a scoprire le voci e i cuori altrui, ad accumulare la saggezza di un milione di esistenze nello spazio infinito che si apre oltrepassando la copertina di un libro.
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