
Che poi, definirlo solo "horror" è riduttivo, come è riduttivo quando si parla di un altro gioiellino recente come Babadook (sì, ve lo citerò all'infinito). Horror, fantasy, fantascienza sono etichette spesso usate in senso denigratorio, soprattutto in Italia, e non devo spiegarvi io quanto questa sia un'immane idiozia: come se opere appartenenti a questi generi non potessero appartenere al "vero cinema" o alla "vera letteratura"... Se però per "horror" intendete solo sbudellamenti e un paio di spaventi grossolani, ecco: siete fuori strada in generale, e lo siete ancora di più in particolare quando si tratta di The Witch. Che poi mi sia capitato di vedere gente che lo commentava scrivendo "ma non è horror, non si capisce niente, è lento" fa capire, casomai ce ne fosse ancora bisogno, in che pessimo stato siamo in Italia.
The Witch ci porta indietro nel tempo, in boschi desolati e sterili, ai margini dei quali una famiglia puritana religiosissima - padre, madre, la figlia maggiore Thomasin, il figlio Caleb, coppia di gemellini, un neonato - si arrabatta per strappare alla terra di che vivere. Che poi nel bosco ci sia una strega davvero è quasi (quasi) un elemento marginale: ciò che affascina sono l'atmosfera opprimente e la crescente paranoia che erodono gli equilibri familiari, rendono vani gli sforzi di un padre che non è, come si potrebbe pensare, il semplice "fanatico religioso", ma che perde progressivamente il controllo; di una madre tormentata e instabile per la perdita dei figli: prima il neonato, scomparso e rapito (dai lupi? O dalla strega?), poi Caleb, che svanisce nel bosco e torna... cambiato.
Le cose precipitano sempre più inesorabili. Thomasin diventa, innocente, il capro espiatorio dei drammi grandi e piccoli della famiglia, la cui paranoia è rinfocolata dai capricci degli orribili gemellini che accusano la sorella maggiore di essere una strega. Ecco, proprio i gemelli risultano tanto inquietanti quanto insopportabili: bugiardi, disobbedienti, saltellano cantando le loro orrende canzoncine al caprone nero della fattoria, Black Phillip... Sono loro a essere stati stregati dal diavolo in forma di capro? O Black Phillip è solo ciò che sembra, un semplice animale? E quando le accuse e le recriminazioni svelano bugie e ingiustizie familiari, che cosa succederà? Ci sono davvero le streghe nel bosco?...
The Witch gioca con l'ambiguità e l'assoluto realismo della ricostruzione storica (colori slavati, luce naturale di semplici candele e nient'altro durante le cene in famiglia, linguaggio d'epoca e così via), mettendo in scena un soprannaturale vero e concreto per i personaggi, ingabbiati nel loro paradigma religioso che li costringe a una vita soffocata, dura, di penitenza, autodenigrazione, e dove ogni scherzo o spiraglio di luce getta ombre inquietanti sulle loro anime. E solo all'ultimo lo spettatore capirà se quel soprannaturale esiste davvero o no, e che cosa davvero possono rappresentare le streghe per la giovane Thomasin.
Un film che vi consiglio assolutamente, sia che vi piaccia l'horror sia che non ne siate appassionati.

Partiamo dall'ultimo: aspettavo Somnia, storia di un bambino i cui sogni si materializzano nella realtà quando dorme, con molta ansia. Nel film non mancano le scene suggestive e il coinvolgimento emotivo: per il piccolo protagonista, Cody, un orfano che pur di non dormire s'ingozza di caffè e stimolanti perché è perseguitato da un terribile mostro degli incubi, che di volta in volta uccide i suoi genitori adottivi; per la madre disperata che ha perso il figlio Sean e ha adottato Cody insieme al marito, e che ora è divisa tra l'affetto per il povero orfano e l'irresistibile tentazione di sfruttarlo... quando nei sogni di Cody compare proprio Sean, la cui immagine si materializza di fronte alla donna. E che dire delle farfalle coloratissime che compaiono dal nulla? Dell'ambiente da incubo in cui si svolge il finale?

Meno poetico e più serrato è l'interessantissimo Hush, tradotto con un orrendo Il terrore del silenzio. Lo spunto iniziale è apparentemente classico: una ragazza sola in una casa isolata viene perseguitata da un serial killer che cerca di entrare. Ma Mike Flanagan non è mai banale, ed ecco che la ragazza... è sordomuta. Lo spietato killer toglie ben presto la maschera che vedete nella locandina e nel trailer qui sotto, e si rivela terribile proprio perché realistico: non una forza soprannaturale, non un energumeno dalle capacità inverosimili, ma un "semplice" giovane psicopatico e crudele. La lotta tra il killer e la donna diventa quindi serrata, imprevedibile, non priva di momenti forti, e il film funziona come un orologio svizzero, sfruttando efficacemente punti di forza e debolezze della protagonista (la bravissima Kate Siegel), sia quelli legati alla sua condizione fisica sia quelli legati al suo mestiere di scrittrice. Intelligente, mozzafiato, da vedere.

La trama è semplice: a Jay viene trasmessa una "maledizione" che passa da una persona all'altra attraverso i rapporti sessuali. Un'entità soprannaturale, che può assumere l'aspetto di qualsiasi persona, sconosciuti, parenti, amici, inizia a seguirla, camminando a passo lento: è possibile seminarla, ma prima o poi la si vede sempre rispuntare... e se arriva a toccarti ti uccide. Unico modo per salvarsi: passare la maledizione a qualcun altro. Ma se la "cosa" uccide il suo bersaglio, tornerà a dare la caccia alla vittima precedente.
Sgombriamo prima di tutto il campo da un dubbio: no, la maledizione di cui parla It follows non mi sembra affatto una banale metafora per le malattie sessualmente trasmissibili, tanto più che nel film l'unico modo di salvarsi, almeno temporaneamente, è continuare a fare sesso. Osservando il film con più attenzione e ascoltandone i dialoghi, ciò di cui si parla in realtà è ben diverso: è la morte in se stessa, la consapevolezza dei giorni contati che ci aspettano, la perdita di quella spensieratezza che appartiene solo ai bambini, e il sesso diventa piuttosto la metafora del passaggio all'età adulta, per i giovani protagonisti del film, che vivono in un tipico quartiere americano dove di adulti non se ne vede nessuno. Qua e là lo svolgimento scricchiola un po', ma, nel complesso, la visione mi ha soddisfatta, e qualche momento inquietante non manca, in particolare durante alcuni degli attacchi "spettrali".